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Archivi categoria: Il Caso Arkeon e dintorni

In questa categoria viene illustrata tutta la vicenda Arkeon, che mi ha coinvolta da vicino, incluse le varie dinamiche ad essa correlate, mediante documenti giuridici e non.

Nuova interrogazione parlamentare contro gli abusi delle sette

Atto a cui si riferisce:
S.4/08243 LIUZZI – Ai Ministri dell’interno, della giustizia e dell’istruzione, dell’università e della ricerca – Premesso che: la promozione e la difesa del diritto alla libertà di religione e…

 

Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-08243 presentata da PIETRO LIUZZI
giovedì 12 ottobre 2017, seduta n.898LIUZZI – Ai Ministri dell’interno, della giustizia e dell’istruzione, dell’università e della ricerca – Premesso che:

la promozione e la difesa del diritto alla libertà di religione e credo, nonché il riconoscimento e la tutela delle minoranze religiose e spirituali contro ogni forma di intolleranza e discriminazione non devono costituire un’impasse rispetto alla protezione delle vittime di organizzazioni cultuali abusanti e/o totalitarie, né ostacolo all’attuazione di mirate politiche informativo-preventive nell’interesse dei connazionali e nella fattispecie delle fasce vulnerabili;

al riguardo, anche nel 2017 nell’ambito dell’annuale conferenza Osce “Human dimension implementation meeting 2017” è stata nuovamente ribadita, con l’intervento del dottor Luigi Corvaglia, rappresentante e membro del comitato scientifico della prestigiosa Federazione europea dei centri di ricerca e di informazione sulle sette e i culti (FECRIS), la raccomandazione rivolta all’Europa a “vigilare” sul fenomeno settario e, in particolare, quella indirizzata al Governo italiano a rispettare le normative europee con recepimento, nella fattispecie, della raccomandazione del Consiglio d’Europa n. 1412/1999;

a parere dell’interrogante, ancora una volta occorre rammentare ed evidenziare come il Consiglio d’Europa, in virtù dell’inquietante diffusione a livello europeo del fenomeno delle cosiddette «sette», di violazioni dei diritti umani e di drammatici avvenimenti determinati dalle condotte delittuose di gruppi o movimenti a carattere settario, abbia approvato nel corso di circa un ventennio, molteplici risoluzioni e raccomandazioni finalizzate, alla promozione di mirate politiche educative e preventive, in particolare a tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili e dei minori, nella fattispecie, degli stessi «figli di membri di gruppi religiosi, esoterici o spirituali, in caso di maltrattamenti, stupri, negligenza, indottrinamento attraverso lavaggio del cervello e mancata iscrizione scolastica»;

il fenomeno risulta in costante crescita esponenziale e si caratterizza attualmente, sia per la preoccupante infiltrazione di derive settarie nei settori della salute e del benessere, per una più rapida diffusione a seguito dell’accresciuto utilizzo della rete web e di nuove tecnologie, con il conseguente reclutamento e indottrinamento dei soggetti adolescenti e minori, sia per la trasformazione e atomizzazione dei gruppi, che ne rende particolarmente problematico il riconoscimento e la relativa attività di vigilanza;

in relazione alla citata infiltrazione nel settore della salute, proprio le associazioni italiane federate Fecris lanciavano già dallo scorso anno, un importante Manifesto, che ha visto l’adesione di esperti del settore, ricercatori e autorevoli personalità del mondo della cultura e della scienza, in cui, tra l’altro, si legge: “Nell’ultima decade si è registrato un incremento di strutture e gruppi organizzati che dietro l’obiettivo del raggiungimento del benessere psicofisico celano progetti di soggezione degli adepti manifestandosi quali veri e proprie “culti abusanti”, cioè associazioni a delinquere in grado di annientare psicologicamente ed economicamente i seguaci. Le vittime vengono attirate attraverso volantini, pubblicità di corsi di yoga, di discipline di meditazione orientali o tecniche “energetiche”in cui si fa leva soprattutto sullo “sviluppo del potenziale umano” più che sulla salute fisica in sé. Sono le cosiddette “psicosette”. Desta quindi apprensione l’attenzione che queste pratiche ottengono sui rotocalchi di ampia diffusione, dove le terapie alternative trovano posto addirittura nelle rubriche che trattano di salute; per non parlare della rete web, dove si vanno coagulando gruppi refrattari alla cultura scientifica che alimentano in modo autoreferenziale idee complottiste che includono anche la medicina ufficiale quale agente di una cospirazione per nascondere le vere cure per le malattie. È da questo ambito culturale che parte anche la pericolosa campagna di rifiuto delle vaccinazioni di cui, ancora una volta, sono vittime i minori. Si rileva, inoltre, la mancanza di reazione delle agenzie di regolamentazione e degli albi professionali per combattere questo flagello che mette seriamente in pericolo la salute e la vita di migliaia di pazienti nel nostro Paese. Ancor di più si è preoccupati per l’intrusione e perfino la promozione di questo tipo di pseudo-terapie da parte di enti pubblici come università, istituti ed Enti Locali che spesso danno voce e amplificano i messaggi pseudoscientifici, organizzando conferenze e corsi su queste pratiche”;

merita attenzione, a parere dell’interrogante, come esempio emblematico della situazione descritta, in particolare dell’azione criminale posta in essere dalle cosiddette psico-sette o movimenti del potenziale umano, spirituali o di altra tipologia, che si pongono in pericolosa alternativa alla medicina e alla scienza ufficiale, la recente sentenza della Corte di cassazione n. 39339 del 2017, di condanna di Vito Carlo Moccia, fondatore e guru del controverso “percorso di sviluppo e conoscenza personale” denominato “Arkeon”, per associazione a delinquere ed esercizio abusivo della professione di psicologo;

nella fattispecie, come si legge nella sintesi riportata da “Il Sole-24 ore” del 23 agosto 2017, «I giudici di appello avevano verificato, che i frequentatori si rivolgevano all'”associazione” con la speranza di risolvere i loro problemi psicologici attraverso la psicoterapia. Un “sostegno” che i “maestri” non negavano «andando a scandagliare nella sfera più intima e nascosta degli adepti insinuando atroci sospetti sul loro passato». Da una relazione tecnica della Procura del Tribunale di Bari, era emerso che, secondo i “maestri” erano in genere i genitori a trasmettere valori perversi ai figli, quasi sempre la madre che, in quanto donna, era dedita a relazioni prevalentemente perverse. L’unica funzione nobile riconosciuta al gentil sesso era quella di essere una terra fertile destinata a dare vita al figlio del Guerriero. Il risultato di una “introspezione” tanto “illuminata” non era la ricercata serenità, ma uno sconvolgimento e gravi rischi per la stabilità psichica dei frequentatori dei seminari. Tutto era finalizzato a raccogliere più partecipanti possibile per massimizzare i profitti. Gli adepti dopo aver «investito un rilevante capitale» nei seminari, restavano legati al gruppo anche nella speranza di far fruttare anche loro, una volta diventati finalmente maestri, il titolo rilasciato dal guru»;

infine, preme evidenziare come questo caso, prima e nonostante l’esito finale, sia diventato cavallo di battaglia della medesima come di altre controverse organizzazioni e dei loro sostenitori, per diffondere on line una gravissima campagna di tipo diffamatorio che si protrae da anni, in particolare in danno della dottoressa Lorita Tinelli (ex presidente del Centro studi sugli abusi psicologici – CeSAP onlus), la quale, per aver raccolto nel corso del tempo, documenti, dati e storie, risultati utili alle stesse indagini condotte dalla Digos, e per aver contestualmente segnalato gli abusi dell’associazione citata, ha dovuto subire anche un imponente accanimento giudiziario, con 180 denunce a suo carico, successivamente archiviate, richiesta di chiusura urgente del sito del CeSAP, respinta con un attestazione di merito dal giudice Salvatore, nonché una richiesta di oltre 4 milioni di euro per risarcimento danni, causa positivamente chiusa. In danno della medesima venivano attivati letteralmente decine di blog tra anonimi e firmati di frequentatori e maestri di Arkeon. L’interrogante rileva, che invero, l’ex presidente dell’ordine degli psicologi, dottor Giuseppe Luigi Palma, attestava la preziosa attività svolta dalla dottoressa Tinelli, invitando, tra l’altro, le stesse istituzioni a una necessaria riflessione, proprio a seguito delle modalità con cui la vicenda Arkeon si è dipanata;

analogo trattamento denigratorio è stato riservato alle associazioni italiane di informazione e tutela delle vittime delle sette e alla stessa specialità di Polizia SAS (squadra antisette) del Ministero dell’interno,

si chiede di conoscere:

quali misure i Ministri in indirizzo intendano adottare onde contrastare più efficacemente il fenomeno del settarismo abusante;

se non ritengano urgente provvedere a mirate politiche informative a tutela delle fasce vulnerabili, con particolare riguardo ai settori della salute e della pubblica istruzione;

quali interventi intendano porre in essere a sostegno delle realtà associative che sul territorio svolgono una encomiabile azione di informazione e tutela delle vittime e delle famiglie, sovente sostituendosi a inaccettabili carenze e lacune del sistema pubblico.

(4-08243)

https://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/475371

 

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Simonetta Po e i suoi alias

Nell’ottobre 2008, subito dopo i primi 6 membri di Arkeon indagati dalla Procura di Bari, diversi gruppi furono aperti in rete al fine di delegittimare la sottoscritta ed evidentemente inficiare l’esito dell’inchiesta contro diversi membri di Arkeon.

E’ abbastanza interessante notare come la stessa Simonetta Po, autrice del sito Allarme Scientology, partecipasse attivamente, dal principio, a questa azione denigratoria.

 

 

Questo newsgroup aperto da Pietro Bono, membro e maestro di Arkeon il 28 Ottobre 2008, vede tra i primi iscritti Martini e Alessia Guidi, entrambi alias di Simonetta Po.  Anche Curioso Caso e Keyser6soze sembrerebbero presumibilmente legati alla Po.

E’ singolare che la stessa persona senta il bisogno di utilizzare diversi nickname per sostenere i membri del gruppo Arkeon a ‘parlare del CeSAP’.

 

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Italia: confirman la condena al gurú de la secta Arkeon por hacerse pasar por psicólogo

 di Luis Santamaría

Para el delito de ejercicio abusivo de la profesión de psicólogo no se necesita un método, sino que es suficiente un fin y un presupuesto: el diagnóstico y el tratamiento de los trastornos psíquicos. Así comienza la noticia del medio italiano Il Sole 24 Ore en la que Patrizia Maciocchi informa de que el Tribunal de Casación, basado en este principio, ha confirmado la condena del gurú fundador de la “psico-secta” Arkeon por los delitos de asociación para delinquir y abuso de la profesión de psicólogo.

El condenado se llama Vito Carlo Moccia, un dato fundamental que no ofrece el medio italiano. Sin embargo, puede consultarse en el documento de la sentencia, que ha publicado en su página web la psicóloga italiana Lorita Tinelli, experta en sectas. Presentamos la información gracias a la traducción realizada por la Red Iberoamericana de Estudio de las Sectas (RIES).

Los psicólogos, legitimados para denunciar

El Tribunal Supremo, en su sentencia 39339 hecha pública el pasado 22 de agosto, afirma en primer lugar el derecho del Orden de Psicólogos a constituirse en parte civil en el proceso, rechazando la objeción que sobre este punto había hecho el demandante.

Esta constitución es posible cuando no se basa únicamente en el daño a los intereses morales de la categoría profesional, sino también en el daño patrimonial que, aunque indirectamente, derive de la competencia desleal por parte de personas no capacitadas. Y para los jueces fue ciertamente competencia desleal y ejercicio abusivo de la profesión “el camino de desarrollo y de conocimiento personal” propagado en los seminarios de Arkeon. Caminos que, según la defensa, no eran más que una evolución del reiki, la práctica espiritual utilizada como terapia alternativa para dolencias corporales y mentales.

Los jueces de apelación habían verificado que los asistentes se dirigían a la “asociación” con la esperanza de resolver sus problemas psicológicos a través de la psicoterapia. Un “apoyo” que los “maestros” no negaban “yendo a sondear las esferas más íntimas y ocultas de los adeptos, insinuando sospechas atroces sobre su pasado.

El daño a los adeptos

De un informe técnico de la Fiscalía del Tribunal de Bari se desprende que, según los “maestros” de la secta, los padres solían transmitir valores perversos a sus hijos; casi siempre la madre que, como mujer, se dedicaba principalmente a relaciones perversas. La única función noble reconocida al sexo femenino era ser una tierra fértil destinada a dar a luz al hijo del Guerrero.

El resultado de una “introspección” tan “iluminada” no era la serenidad deseada, sino un sobresalto y graves riesgos para la estabilidad psíquica de los asistentes a los seminarios. No es de extrañar la constitución de una parte civil por parte de los psicólogos. El Tribunal de Casación señala que el artículo 348 del Código Penal, relativo al abuso de profesión, es una norma general que debe combinarse con las demás que regulan las profesiones para las que está prevista la habilitación.

Se aclaró que para ejercer de psicólogo sirve un título específico o un título en medicina y cirugía, más los cursos de especialización requeridos; los jueces niegan que sea necesario, para impugnar el delito, el uso de métodos particulares, científicamente probados o no. Es suficiente que la conducta tenga como presupuesto hacer el diagnóstico y cómo curarlo. De hecho, la norma pretende impedir que la salud mental del paciente sea puesta en riesgo por aquellos que pueden “manipularla” dañándola.

El daño al Orden de Psicólogos resultaba evidente tras examinar la estructura de Arkeon y su modus operandi. El boca a boca, folletos, publicidad a través de Internet, presentaciones gratuitas de los cursos… todo estaba dirigido a reunir a tantos participantes como fuera posible para maximizar los beneficios.

Los adeptos, después de haber “invertido un capital significativo” en los seminarios, permanecían vinculados al grupo incluso con la esperanza de hacer producir, una vez que llegaran a ser maestros, el título dado por el gurú. Todo esto prueba “el engaño del delito” y que se trababa, ciertamente, de una “asociación para delinquir”.

Un grupo “abusivo y peligroso”

Según explica en su página web la psicóloga Lorita Tinelli, “después de tantos años hemos llegado a la etapa final de un camino largo, judicial y no sólo, que ha sido increíble” y que aún hoy trae consigo “un proyecto de ocultación de la realidad, de denigración y de intimidación a las víctimas y a los que han denunciado”.

La experta recuerda que uno de los maestros de Arkeon, Francesco Antonio Morello, ya había sido condenado definitivamente en 2012 por abuso sexual, “comportamiento hecho posible también gracias a su papel de maestro en el grupo”.

Por eso muestra su satisfacción porque en la sentencia de casación queda claro que el método Arkeon de Moccia era “abusivo y peligroso”, de manera que no sólo se cierra definitivamente la cuestión en la esfera judicial, sino que también “confirma mi hipótesis inicial y me da la razón sobre los motivos por los que denuncié públicamente el asunto.

En los medios de comunicación se habló en su día de 10.000 personas en torno a la secta Arkeon, con sede en Bari. Un extenso informe presentado ante el Senado italiano por el psicólogo Luigi Corvaglia da los detalles sobre el funcionamiento del grupo y su carácter destructivo.

Fonte: http://infocatolica.com/blog/infories.php/1708240118-italia-confirman-la-condena-a

 

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Vito Carlo Moccia, guru di Arkeon, condannato definitivamente

Dopo tanti anni siamo giunti alla fase conclusiva di un lungo percorso, giudiziario e non solo, che ha avuto dell’incredibile e che ancora oggi porta con se’ rimasuglie di un progetto di dissumulazione della realtà, di denigrazione e di intimidazione delle vittime e di coloro che hanno denunciato. Strategia ormai pallida e ridicola da tempo, ma che ha trovato giocoforza in un gruppuscolo di persone con evidenti problemi esistenziali e probabilmente di altra natura, che hanno investito anni ed anni in questo ‘gioco perverso’, risultato, con ogni evidenza, perdente.

Chi volesse ripercorrere quanto accaduto negli ultimi anni, può anche solo rileggere alcuni articoli scritti sull’argomento che lo riassumono bene (qui e qui). E chi fosse interessato a capire meglio cosa fosse Arkeon può guardare le uniche trasmissioni sopravvissute on line al grande tentativo di censura e di occultamento della realtà messo in atto (qui e qui).

Uno dei maestri di Arkeon, tale Francesco Antonio Morello, era già stato condannato definitivamente nel 2012 per abusi sessuali, comportamento ‘reso possibile’ anche grazie al suo ruolo di maestro nel gruppo (qui la sentenza di cassazione, ma è anche importante leggere la sentenza di primo grado e quella di appello, per meglio comprendere i fatti).

Sono sempre stata abituata ad accettare e rispettare tutte le sentenze, anche quella, dal mio punto di vista, ‘bizzarra’ di primo grado di Arkeon, che sembrerebbe il risultato di un tentativo di ammorbidire certe posizioni a sfavore di altre, pur evidenziando dei fatti precisi (fatti confermati, così come l’attendibilità dei testimoni nella sentenza di appello, che ritorna addirittura a parlare di ‘setta‘). Ma una sentenza di Cassazione che evidenzia che il cosidetto “metodo Arkeon”, diffuso anche da tutte le società create da Moccia, fosse un metodo abusivo e pericoloso tanto che “i frequentatori si rivolgevano all’associazione perché speravano di risolvere problemi di natura psicologica e di ricevere un aiuto psicoterapeutico (…) da tali deposizioni emerge che i maestri di Archeon si azzardavano a scandagliare la sfera più intima e nascosta degli adepti e insinuavano atroci sospetti sul loro passato, determinando sconvolgimenti e gravi rischi per la stabilità psichica degli stessi in quanto privi degli strumenti di competenza per agire in questo delicatissimo settore“, non solo chiude definitivamente la questione, ma conferma anche le mie ipotesi iniziali e quindi mi da ragione sui motivi per cui ho denunciato pubblicamente la questione.

Prima di concludere sento di abbracciare chi mi è stato vicino in questi lunghi 11 anni e chi ha permesso insieme a me di raggiungere questo risultato.

 

Di seguito le motivazioni della Sentenza di Cassazione. Buona lettura:

 

 

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Sentenza di Appello conferma la condanna a Moccia, pur riducendone la pena per prescrizione

Dopo 11 anni di tentativi di dissimulazione della realtà, mediante blog anonimi creati ad arte e affermazioni di presunti studiosi di parte o di paladini improvvisati o partigiani di mestiere, che addirittura sostenevano la ‘inattendibilità’ dei testimoni del processo e della sottoscritta, ritengo fondamentale pubblicare la sentenza di appello, affinchè la verità possa essere ripristinata. Essa viene pubblicata integralmente, così come riportata su altri siti.

E’ fondamentale notare che il Giudice Relatore non solo torni a definire Arkeon una setta, ma nell’esposizione rimarca il danno che il metodo Arkeon ha fatto a diverse persone e l’abuso professionale esercitato dal gruppo medesimo, confermato anche dai testimoni a favore dello stesso. Singolare è che anche chi si è intrufolato nel processo per fare un danno a me, abbia dato un grosso contributo alla condanna e alla sua conferma in appello.

Acta est fabula!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Arkeon condanna definitica al suo fondatore Vito Carlo Moccia

Da La Gazzetta del Mezzogiorno del 13 luglio 2017

 

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Appello Arkeon: Vito Carlo Moccia confermato ideatore dell’associazione a delinquere, con sconto. Diverse prescrizioni

Due anni e cinque mesi a Vito Carlo Moccia. Una assoluzione e prescrizione per gli altri sei imputati. Diecimila casi denunciati, ammalati speravano nella guarigione

Psico-setta Arkeon, ridotta di 3 mesi
in appello la condanna all’ideatore

Due anni e cinque mesi a Vito Carlo Moccia. Una assoluzione e prescrizione per gli altri sei imputati. Diecimila casi denunciati, ammalati speravano nella guarigione

Le indagini

Dalle indagini è emerso che Moccia, 63enne di Noicattaro, avrebbe indotto le vittime a credere, per esempio, di aver subito abusi sessuali in tenera età, intascando fino a centomila euro per le terapie. In primo grado, nel luglio 2012, Moccia era stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, gli altri sette imputati a pene comprese fra 2 anni e 18 mesi di reclusione. Per Moccia è stata confermata l’ipotesi di ideatore e unico promotore della presunta associazione per delinquere. I fatti contestati si riferiscono al periodo 1999-2008.

Fonte: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/cronaca/15_dicembre_11/psico-setta-arkeon-ridotta-3-mesi-appello-condanna-all-ideatore-c8017e24-a039-11e5-8a29-067d1ea8259f.shtml

 
 

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Tribunale rigetta nuova domanda giudiziale di Vito Carlo Moccia

Il 17 luglio 2012, all’indomani della sentenza del Tribunale di Bari sul caso “Arkeon” pubblicammo una breve nota dell’avvocato Marco Marzari, nostro consulente, che spiegava come non fosse vero che Moccia e i suoi coimputati fossero stati tutti assolti, come gli stessi andavano affermando.

Nel 2013 Vito Carlo Moccia ha citato in giudizio, per quel trafiletto, l’avvocato Marzari, chiedendogli 50.000 euro di risarcimento per presunti danni morali per l’asserita diffamazione.

Ieri il Tribunale civile di Milano ha respinto la domanda giudiziale di Moccia e lo ha condannato a pagare spese legali per 5.200 euro (Sentenza n. 12271/2015 pubblicata il 3/11/2015 RG n. 46541/2013)

 
 

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L’avvocato Marco Marzari assolto dalle accuse di Vito Carlo Moccia

Per continuare ad informare sulle modalità poste in essere da Arkeon, ma che sono anche in uso da gruppi similari, riporto una sentenza di assoluzione dal reato di diffamazione, per una citazione civile che Vito Carlo Moccia ha intentato nei confronti dell’Avvocato Marco Marzari, consulente del CeSAP e avvocato di alcune parti civili del processo.

L’atto di citazione viene depositato per il sol fatto che l’Avvocato Marzari il 17 Luglio 2012 si è  “permesso” di commentare la sentenza di primo grado del processo Arkeon all’indomani della sua emissione. Nel suo commento l’Avvocato Marzari spiegava come non fosse vero che Moccia e i suoi coimputati fossero stati tutti assolti, come gli stessi andavano affermando.
Nel 2013 Vito Carlo Moccia ha citato in giudizio, per quel trafiletto, l’avvocato Marzari, chiedendogli 50.ooo euro di risarcimento per presunti danni morali per l’asserita diffamazione.
Ieri il Tribunale civile di Milano ha respinto la domanda giudiziale di Moccia e lo ha condannato a pagare spese legali per 5200 euro.

 

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Un reato per diffamazione archiviato … solo perchè prescritto, ma di cui ancora si può discutere … in tribunale

 
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Pubblicato da su 15 Maggio 2015 in Il Caso Arkeon e dintorni

 

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A cura di Lorita Tinelli